Questo cinquantesimo anniversario del Sessantotto si avvia mestamente a chiudersi con l’addio a Bernardo Bertolucci, spentosi ieri a Roma all’età di 77 anni, maestro di cinema tra i più acclamati e significativo protagonista, testimone e cantore di quella stagione e delle sue utopie.
E allora ricordiamo Bernardo Bertolucci con una bella scena di un film forse non tra i suoi migliori, ma significativo esito della sua visione d’autore e del suo percorso artistico nel segno del Sessantotto, nel quale si intrecciano passione politica e riferimenti culturali sofisticati, spirito di ribellione ed erotismo, sguardo d’autore e gusto per la citazione cinefila e musicale.
Il film è The Dreamers, protagonisti gli allora esordienti Louis Garrel, Eva Green e Michael Pitt. I sognatori del titolo sono quelli che inseguivano utopie per le strade di Parigi nel maggio 1968. Il film, “puro Bertolucci” si è detto, ambientato nel Sessantotto ma realizzato appena quindici anni fa, nel 2003, guarda all’indietro con un misto di nostalgia e di rivendicazione a nome di un tempo capace di farsi guidare dall’immaginazione in modi che oggi non sappiamo neppure più immaginare. Sognare, fino a trasformare una petizione in una poesia, e una poesia in una petizione. Eccovi dunque cinque minuti di The Dreamers, ovvero il Sessantotto raccontato da Bernardo Bertolucci a modo suo. Dove si parla di armonia del mondo e della differenza che passa tra una poesia e una petizione.